lunedì 11 marzo 2013

 



Buongiorno a tutti, bentornati sulla piattaforma SOCIALMENTEINSIEME''.

Oggi vorrei trattare un tema molto attuale, forse spinoso, sicuramente fastidioso per alcuni di noi.... Perchè, in caso di separazione e divorzi, nove volte su dieci i figli vengono affidati alla madre? E perchè, sempre nove volte su dieci, i piccoli rimangono a vivere indubbiamente presso l'indirizzo materno? In parte, come si dice- per ''consuetudine'', cioè per tradizione o prassi consolidata? In realtà nel 2006 la legge 54 modifica in maniera rilevantissima il tema dell'affidamento dei figli, stabilendo il principio di bigenitorialità...sulla carta.

Chiaramente in questa sede prendiamo in esame situazioni non patologiche, nelle quali uno dei due genitori manifesti problematiche tali da far dipendere certo l'affido del figlio al partner.

Non vi è dubbio che madre e padre debbano avere la stessa responsabilità educativa, gli stessi diritti e gli stessi doveri, ma tutto ciò diventa complicato se ad esercitarlo è il genitore non convivente.

Come assistente sociale operante nella Tutela Minori il lavoro maggiore era rappresentato, come già detto, dalle richieste di indagini psicosociali rivolte ai servizi sociali dal Tribunale. Ho potuto constatare come gli unici casi in cui il figlio dimorava con il padre diventano possibili quando la madre mostrava disinteresse, comportamenti lesivi per il figlio o nel caso fosse fuggita senza dare spiegazioni.

In tema di affidamento dei figlio minore nel caso di separazione personale dei coniugi bisogna far riferimento alla disposizione codificata dall'art. 155 c.c. , la quale prescrive ''che spetta al giudice, che pronunzia la separazione, dichiarare a quale dei coniugi i figli vengono affidati, adottando ogni altro provvedimento relativo alla prole, nell'esclusivo interesse morale e materiale della stessa''

Secondo la giurisprudenza, in linea generale il figlio deve rimanere nella casa dove ha vissuto in maniera prevalente, deve essergli preservato il suo ambiente scolastico e amicale, ma sorge spontanea una riflessione: la casa coniugale viene assegnata alla madre, l'ex marito/ compagno deve però pagarne il mutuo, anche in caso di indipendenza economica della donna o nel caso quest'ultima viva con un nuovo compagno all'interno della stessa casa.

Nessuna polemica, per carità, sono moltissime le donne che soffrono la mancanza di rispetto da parte degli ex partner riguardo l'accordo di mantenimento e le visite ai figli, ma mi piacerebbe che noi tutti rispondessimo a queste domande: forse in fondo in fondo siamo convinti del ruolo predominante della madre nella vita di un figlio, perchè l'ha tenuto in grambo nove mesi? Senza dubbio in Italia siamo ancora ''Mammocentrici'', e risulterebbe estraniante e sorprendente per noi tutti assistere ad una madre che sceglie o accetta di lasciare il figlio al padre...

Eppure, da ormai svariati anni stiamo assistendo ad una profonda e storica trasformazione della figura paterna, ribattezzata da taluni ''mammi'', in realtà più semplicemente ''nuovi papà'', più coscenti del loro ruolo, più partecipativi e coccoloni.

Che ne pensate? Qualcuni di voi può portare testimonianze dirette?

Alla prossima....

Antonietta

2 commenti:

  1. salve sono una mamma con un grandissimo problema di comunicazione con mia figlia, quando dobbiamo affrontare i problemi della vita lei si impone gridando dicendo a volte anche parolaccie finendo sempre in litigio. nn so piu come affrontare il problema ,da una psicologa nn ci vuole andare e quindi mi rivolgo a lei dottoressa spero ci puo aiutare.

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    1. Salve Signora,
      sono contenta che abbia deciso di pormi la sua richiesta di aiuto, ma come potrà capire farle una consulenza ''virtuale'' è piuttosto difficile, soprattutto perchè ho pochissime informazioni.
      Mi riscriva sulla mail del mio sito indicata qui a fianco, oppure scriva a pagliantonietta@libero.it

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